Quattro mele cotogne al davanzale
e tu, che mi ritagli come carta sottile
e inanelli di versi le mie dita.
Tra i gomiti reggo il fuoco del camino
la fiamma brucia il pomeriggio
disteso sul tappeto.
Il tuo respiro scava la mia gola
e tu che mi sussurri "fammi un figlio".
Di terracotta e nuvole ti farò
un figlio, amore, di carta
e di parole scritte a penna.
e di parole scritte a penna.
E sarai tu per sempre
perché alla fine di questo tempo
che si finge estate,
potremo soltanto perdonarci
e tu mi renderai il mio peccato.
*
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