martedì 11 settembre 2012

Il poeta

Si ascoltava parecchio
si ascoltava pensare perché
era di poche parole a voce bassa
nelle sue poesie.
Credeva d'aver dato molto
ma quando l'amore vacillò
si strinse nelle spalle, lo lasciò andare.
No tengas pena, lei pensò,
fa male quell'ordine stretto
di cose negate
ci vuole coraggio per stare da soli.
La parola non è mai innocente
neanche quella dei poeti.

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venerdì 7 settembre 2012

Facciamo che eravamo

Ecco, facciamo che eravamo
nel maggio dei gerani
e che ti aspettavo nei soliti gesti
e ridevamo
e c'era cielo per guardare in alto.
E poi, facciamo che tu
non eri morta
_ lo sai, ci casco ancora _
e che non ero io, faccia al muro
in questo gioco balordo,
a voltarmi di colpo
e non trovarti più.

Un due tre... stella!

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E tu sei già cespuglio

Ho messo in fila tutti gli dei chiamandoli
per nome, con questa _ mia _ calma _ feroce.
Ora
stanno sulla tua tomba
e
io faccio la conta.
Fra
me e la fossa aperta il tumulo di terra
cruda e una rossa ruspa cingolata
lasciata
(di cerimonia senza maestro)
come
a dividere i vivi dai morti
come
ad arginare la paura.

 
Il giorno è chiaro oggi, però
mi
scuote dentro.
Non
voglio andare via
e
gli altri se ne vanno che oltre
il
muro e i cipressi c'è la vita.
E
tu sei già cespuglio, volo, terra
e
un brindisi a novembre.

Non
è facile sopportare l'abbandono
e
abbandonare.
Non
è facile riempire la tua fossa
e
poi lasciarti andare
con
lo sguardo sospeso sul tuo nome
sperando
che il vivere, in fondo,
non
sia l'ultimo passo.

 
Così rimango qui, ferma ai dettagli,
seduta sulla tomba della Tosca, sconosciuta.

E
nel momento in cui l'anima quieta,
tutti
gli dei mi girano le spalle
e se ne vanno in fila, e io

 a muso duro, non ho niente da dire.


Ci fotte la vita

Adesso fra i gül del tappeto
e dietro le tende di lino,
sconfitta, nascondo il coraggio. 
E tu inforni torte di fiori
e filtri tisane di bacche
con foglie di menta
e tutta la notte nei campi
raccogli
cotone per fare tendine al filet
e mi dici
non so se mi voglio svegliare domani.

Io mi alzo improvvisa
un floscio cappello sugli occhi
i miei passi furiosi maldestri
intorno al tuo fuoco io ballo
e urto gli spigoli secchi
inciampo domande
e lancio le mani lontano dal cuore
in strette spirali di danza
urlo mantra e rabbia feroce 
che sbatte le ossa 
e grido più forte

cazzo cazzo cazzo
la vita ci fotte!

Tu dici sorpresa con gli occhi
che ti tagliano il viso
finirà come deve finire
e non smetti il filet per far le tendine
e sorridi.

E io, in un angolo buio
mi vomito gli occhi e il cuore.

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mercoledì 5 settembre 2012

Onde d'orizzonte

Non siamo mare di costa
siamo onde d'orizzonte
dove il sole cade
e il sale spacca gli occhi.
Siamo onde che s'inseguono
in cerca d'una terra
dove per sempre si distenda
il cielo, per poter
l'una nell'altra naufragare.

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L'attracco

Nella solitudine notturna delle barche
cieca di stelle, è cigolio di sartiame
il mio lamento d'onda sullo scafo.
E tu sei la deriva
dove l'incontro è più profondo
nel mare che ci accoglie.
Si disfa l'aria in un suono
molle di parole dette altrove.
I tuoi silenzi risalgono le vele.

Io tengo fermo il vento.

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martedì 4 settembre 2012

Il cappero s'appende

Sono un sentiero di campagna
con l'anima di foglie.
Soffro d'insonnia come la luna
e di notte vago il silenzio, rotondo
come un'ostia,
cercando l'origine del bello
nascosto nello stupore.

Per seguire il tuo passo ho messo
un guinzaglio d'erbe alla caviglia.
Rasento muri in pietra dove
il cappero s'appende 
e ti cerco nelle solitudini tra le dita
dove s'annida la parola.

Ti appoggio i miei pensieri sulla nuca
in quel punto dove la tenerezza
si concentra senza inganni.
I giorni degli abbracci sono solchi
che mi lasci addosso
e il tempo, perdifiato d'attese,
.
è un continuo_stremato_addio.

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