domenica 11 marzo 2012

C'è tramontana

Tempaccio. Il vento è insopportabile, freddo e ansiogeno. Fischia forte, piega le canne e le cime degli alberi, l'innervosisce. Si fa notare, il vento, anche se lei fa finta di niente. Ed è speciale nell'ignorare, lei. Quello che non sa, che non vede o che ignora, non esiste.

Così sogna. Sempre lo stesso sogno, notti e notti di seguito, cambia solo l'intorno. Ci sono tutti e due, i più vicini al suo cuore. Lei è viva e le dice che è malata. “Passerà, vedrai che presto starai bene.” Ma sa che no, lo sanno tutte e due. Non ha un bel colore, è grigiastra, anche nel sogno. Lui sì è bellissimo, ma resta in disparte. Non interviene. È solo bellissimo. E neutro.
Forse lei si è reincarnata proprio adesso, di certo il vento le dà fastidio, la fa volare via. E il suo posto è là, nell'aria, sopra la pineta.

Non pensa al passato. I suoi ricordi sono del tutto involontari, si presentano e non li elabora né li sollecita, non li trattiene. Ieri e oggi, sullo stesso piano. E il domani. Per questo sogna tanto ogni notte.
Pensa per un attimo a un'altra amica, che vive nel passato, che non riesce a staccarsi dalla sua infanzia. È malata di nostalgia. Lo trova terribile, un modo per non vivere.

È che anche nei sogni, siamo tutti così tremendamente soli. 

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