Passeggiava in città con un grosso
pesce al guinzaglio. Incontrò due cani neri che allattavano
una schiera di cuccioli neri.
Il suo pesce ci mise il naso e i cani gli sbranarono la testa. Il pesce non era morto ma era completamente spolpato dalle pinne in su e appariva solo lo scheletro, bianco come gesso. Però respirava ancora e aveva guizzi di dolore. Lo immerse in una enorme vasca di acqua ghiacciata ma il pesce affondò e lei dovette entrare e salvarlo a nuoto. Si sentì ghiacciare tutto il corpo.
Il suo pesce ci mise il naso e i cani gli sbranarono la testa. Il pesce non era morto ma era completamente spolpato dalle pinne in su e appariva solo lo scheletro, bianco come gesso. Però respirava ancora e aveva guizzi di dolore. Lo immerse in una enorme vasca di acqua ghiacciata ma il pesce affondò e lei dovette entrare e salvarlo a nuoto. Si sentì ghiacciare tutto il corpo.
Non voleva che il suo pesce morisse,
sentiva d'amarlo molto.
Lo rimise al guinzaglio, il pesce
scosse la testa scheletrita e gessosa, aprì e chiuse le mandibole
spolpate e le camminò accanto.
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Un pesce, si sa... è duro a morire, e se poi c'è l'amore (quello vero) che lo salva, allora si può camminare anche senza polpa, facendo finta che non sia successo niente. Al guinzaglio? Si può essere felici anche al guinzaglio se colei che lo regge ha la forza della vita!
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