Adesso
fra
i
gül
del
tappeto
e
dietro
le
tende
di
lino,
sconfitta, nascondo
il
coraggio.
E
tu
inforni
torte
di
fiori
e
filtri
tisane
di
bacche
con
foglie
di
menta
e
tutta
la
notte
nei
campi
raccogli
raccogli
cotone
per
fare
tendine
al
filet
e
mi
dici
“non
so
se
mi
voglio
svegliare
domani”.
Io
mi
alzo
improvvisa
un
floscio
cappello
sugli
occhi
i
miei
passi
furiosi
maldestri
intorno
al
tuo
fuoco
io
ballo
e
urto
gli
spigoli
secchi
inciampo
domande
e
lancio
le
mani
lontano
dal
cuore
in
strette
spirali
di
danza
urlo
mantra e
rabbia
feroce
che sbatte le ossa
e grido più forte
che sbatte le ossa
e grido più forte
cazzo
cazzo
cazzo
la
vita
ci
fotte!
Tu
dici sorpresa
con
gli
occhi
che
ti
tagliano
il
viso
“finirà
come
deve
finire”
e
non
smetti
il
filet
per
far
le
tendine
e
sorridi.
E
io,
in
un
angolo
buio
mi
vomito
gli
occhi
e
il
cuore.
.
.
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