martedì 31 luglio 2012

Moleskine in tasca

                                                                                                          * Gloria

Aveva una faccia medievale e i capelli rossi
che usava per proteggersi
dall'indifferenza.
Ma niente le serviva a essere meno
antipatica.
Allora tagliò tutti i riccioli
e per volare
tatuò un piccolo simbolo d'ali dietro
l'orecchio sinistro.
Nel destro mise tre orecchini
uno per ogni amore.
Voleva anche un anello all'anulare
e un giorno se lo comprò.
.
Ma non era la stessa cosa.

.

Pensieri d'amaca

                                                                                                                * Juanita

Distesa nell'amaca in giardino
non si può dondolare
porque me mareo, dice
como cuando en velero no hay viento.”
Così sta ferma, osserva come schiumano
le nuvole tra i rami,
e pensa.
Pensa, ma in modo leggerissimo, perché
anche se non c'è vento
i pensieri possono scuffiare.

.

lunedì 30 luglio 2012

I demoni sono di pessimo umore


Stanotte, coi miei due cani e la gatta nera,
sono morta.
(I demoni erano di pessimo umore)
Seduta accanto alla tua assenza
getto macchie d'ombra
sui cavalli
cosicché ognuno abbia a sbrogliarsi
con due_tre_quattro
ombre in confusione.
I cavalli scartano
tirano indietro gli orecchi
mi guardano male
e io grido ridendo
“chiamatemi quando comincia beautiful.”

Tu fai finta di niente e pensi
“non è mica morta”
allora mi metto lungodistesa dentro
a quest'aiuola
e benché sia davvero così morta
e così lento il tuo respiro, dico
strappandomi rovi
dal cuore
“sto bene, non mi sono fatta niente”.

(I demoni sogghignavano con tutti i denti rossi)

.

venerdì 20 luglio 2012

Impressioni di morte ostinata


Noi siamo molti passi
usciti da uno strappo della terra
tra nidi di formiche e voli d'ape.
Siamo dettagli, crinali d'illusioni
corpi che mutano i contorni
in cupi rimandi d'orizzonte.

Finirà il tempo delle scelte
di questa vita al laccio
e per un attimo respireremo
luce e disordine di stelle, poi
torneremo forme chiuse nella pietra.
Niente e silenzio.

*

mercoledì 18 luglio 2012

Tournée des grands ducs


In quei pomeriggi di fine inverno,
indolenti di luce allungata,
tu camminavi in silenzio
la mamma al tuo braccio e noi tre
a saltellare le fughe del marciapiede.
Nel saluto solo un giro d'occhi
toccavi il cappello con due dita
senza rallentare il passo, fiero di noi
o forse, infastidito.

Si arrivava fin dove la città
rubava i prati delle nostre corse.
Avrei voluto prenderti per mano
ma aggrottavi la fronte, la tua ombra
si fermava, immensa sul selciato.
Ci stavamo tutti e tre, dentro quell'ombra
stringendoci ad ogni tuo passo
(chi usciva dal segno perdeva)
e nel gioco, era un po' come averti.

Al caffè un tavolo d'angolo, i nostri piedi
dondolavano sotto le sedie
sbuffando la noia nell'aranciata
e la mamma sorrideva affogando
nel caffè la sua erre francese
“C'est la tournée des grands ducs, mes enfants”.

Io non sapevo ancora che la notte arriva presto.

*

Lo sguardo dal ponte


Ci sono dappertutto comandamenti
infranti, anche sotto gli altari
e le colonne dei templi
e dietro ad ogni dio
c'è un uomo infelice che scappa
da qualcosa che non vale la fuga.
 
Ho gettato il mio sguardo dal ponte
e l'ho affogato nell'acqua storta
dei suicidi e di chi disorientato
dall'inverno, oppresso dal buio
che pesa sugli occhi,
non ha più fiato per le speranze.
 
Non credevo che la compassione
mi facesse cadere preghiere dalle labbra.
E Cristo dalla parte dei perdenti.

*

L'odore verde della primavera


Il tuo borsalino d'inverno
le scarpe di cuoio coi lacci
che picchiano secche il parquet
t'affacci e s'oscura la stanza.
Io in punta di piedi
un bacio di sbieco, fra il collo e la barba
e vedo, sottecchi, la piega esigente del labbro.
Esitando sussurri di note
le mie mani bambine annodano il sol
ma il mio meglio, per te,
non è mai abbastanza.

Il suono imperfetto s'aggrava di pena
e accavallo le note che perdono
grazia in un moto di rabbia.
Poi ti guardo con sfida,
- ho gli stessi tuoi occhi -
e trattengo il respiro.
Il metronomo batte il mio tempo
le dita allargano i tasti
in un accordo cattivo
stonato, ribelle.
Scuoto le trecce, raddrizzo le spalle.

Però
l'odore verde della primavera
e Margherita suona il pianoforte.

*

sabato 14 luglio 2012

All'amica caduta nella buca*

Ripensi alla città, bella, curata
strade in pavé, passi pedonali
semafori, rumore,
la siepe sul ciglio della piazza
porta San Zeno che la fretta ignora.
Tu corri, devi andare che chiudono le poste
poi la spesa, la giacca in tintoria,
per cena la pasta col ragù
che hai fatto ieri, tuo figlio
che ritorna col treno delle sei.

A un tratto, sulla strada, la buca
che ferma la tua corsa.
Annaspi, sprofondi, cadi giù
e senti male, corre qualcuno...
Adesso che sei ferma su quella sedia a ruote,
niente cambia
(semafori, rumore, vado, ho fretta)
solo per te è diverso, e pensi
a quanto sian precari i nostri passi
e come sia casuale essere qui.

E l'Adige che scorre senza posa.


.

mercoledì 11 luglio 2012

Il senso del pianto

       * Oggi, il mese scorso

Eppure
anche se a volte ho pianto
dopo averti urlato negli occhi
non era per volare via
ma era farmi infinita, stordita di te
era un sapere lontano, era l'oggi
era il poi.
Nella notte le cicale aravano il campo
di gridi
piangendo cercavo le mie ali
e tu il senso di quel pianto.
Avevi poesie scritte sulla schiena
e una lucciola su ogni dito,
io ti leggevo di spalle
 le tue mani facevano luce.

Dove sono adesso le mie ali?

*

lunedì 9 luglio 2012

Due pesci mi nuotano il cervello

Mi chiami quando ti senti solo
o sei ubriaco
o fatto di poesia
o tutte e tre le cose insieme, quando
non riconosci le impronte
che lasci sulle tue parole.
E io ci sono sempre, perché
il mio amore è cresciuto al freddo
coi mandarini
l'ho raccolto nell'orto
e candito sulla mensola alta della credenza
dove dimentico ritagli di giornale
e pensieri indecenti
che restano pensieri anche dopo la mezzanotte
anche dopo che ti ho spogliato dei tuoi enigmi
e sfogliato come un libro
ignorando le pieghe delle pagine.
E quando mi hai preso per mano ti ho
bruciato le unghie
e poi ti ho succhiato le dita
lentamente
... ad una ad una ad una...
perché ti ricordassi di quando
stavamo appoggiati con la schiena alle piramidi
perché ti ricordassi di quei giorni
che hanno divaricato l'ansia
di appartenerci
e nella torsione delle nostre ombre non c'era
spazio per nessuno.
Ho interpretato tutti i segni
anche i fondi del caffè
ascoltando musica celtica nel pomeriggio.
E a proposito di segni
due pesci mi nuotano il cervello
controcorrente
... muti muti muti...
per farmi sentire un po' più sola di prima
per farmi capire che non sono poi
così speciale

neppure adesso che ti ricompongo in pezzi
togliendoti piano la pelle
per non svegliarti
e ti appoggio il mio nome sulla lingua
incerta come sono
tra lo spegnere la luce
e il lasciarti andare.

*


domenica 8 luglio 2012

Durante me

Questo gennaio a mezzo
mi pronuncia sottovoce
e riempie gli spazi fra di noi
solo nei contorni
premendomi contro le parole.
Tu dici che tutto va bene
che forse pioverà e che fa freddo.
E ti fai nodo alla cravatta.

In questi giorni di ghiaccio nei fossi
cerco quello che manca fra te
e le mie emozioni
e vado a letto con le scarpe
per infrangere i divieti
di un dio prepotente
che cancella le mie orme
perché tu non possa trovarmi.

Durante me, giorni di pioggia e altre cose
(ma noi donne siamo così brave ad aspettare).

*

Di stanza in stanza

Se ti fossi girato in tempo
se svoltando la notte ti fossi fermato
in queste stanze narrate
mi avresti trovata.
Ferma.
Incerta come un'ipotesi.
Anche adesso che strappo ombre dai muri
e ho le mani aperte come un urlo
anche adesso che non vedo
nel buio, cosa indichi col dito.
Schiaccio sotto i piedi i suoni  
e li spargo in versi dappertutto
perché rientrando a casa la notte
tu possa sorriderli.
Ma rientrando a casa la notte,
al mio sonno
alla gonna vuota sulla sedia
a mi corazon de mono sul comodino
tu dici
vattene­_resta_vattene_resta
v­_a_t_t_e_n_e e fam­mi_ morire.

Poi fuggi nella tua storia, inseguito
dalle mie bambole vestite da Arlecchino.



* Corazon de mono, cuore di scimmia - grande seme tropicale 
* Arlecchino - demone ctonio

.