domenica 7 ottobre 2012

Mio nonno aveva un occhio solo

Al quarto pioppo il sentiero svolta
all'aia, sotto il fico
i vecchi si raccontano ieri
coi gomiti sul tavolo e il tresette.
Tra il fumo del toscano e la cima
dell'albero c'è un'innocenza primitiva
stanca di giorni e d'imbrogli.

(Anche mio nonno francese fumava
il sigaro. Aveva un occhio solo, azzurro.
L'altro lo lasciò in una guerra
che vide solo a mezzo.
Ma quell'unico occhio prendeva
tutto il cielo e le gonne
gonfie di voglie delle ragazze).

Così, a dirla col vino, la vita sembra
meno dura. Tra un sorso e l'altro
si scordano torti e rimorsi
l'inutile noia della vecchiezza
e si nasconde la paura dietro alle foglie
quando un bicchiere si rovescia
e una sedia resta vuota.

La vita è quest'antico silenzio d'api
che ronzano il frutto,
è attesa immobile del rosso spaccato della polpa.
Ogni tanto, dal bosco, si sentono spari
il fagiano non sa che ogni volo è un addio.

.

2 commenti:

  1. Questa tua poesia ha la bellezza della descrizione pittorica e della magia intuitiva del verso (alcuni versi li trovo spettacolari). Qui rinasce la tua migliore capacità (anche se tresette io lo scriverei con due s). Bello leggerti, credimi, fa piacere al cuore e all'occhio.
    Un bacio

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  2. È sempre molto bello sentirtelo dire. Grazie Bit!

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