Non
serve
la
lingua per
avere
voce
neanche
adesso
che
ti
percorro
in
filari
di
suoni
finché
diventiamo
onde
nel
mare immenso di un miraggio.
Tu
asciughi
con
le
labbra
la
mia
impronta
ma resta
in bilico sul ventre
la fuga
lenta
dei
polpastrelli
a
spartire
le
dita.
Fuori
c'è
un'aria
densa di
novene
nel
vento
che
sgemma
i
rami
d'aprile.
Sul
cuscino
il
senso
incauto
del
mio
appartenerti.
E
il
tempo
si
stacca
e
ci
dorme
accanto.
.
Com'è bella, Titti, com'è bella...
RispondiElimina...è tempo di abbandonare questi luoghi spiati da chi la poesia può solo leggerla sui libri (se mai la potrà capire...). Si prosegue su Erobit. Un bacio
RispondiEliminaBien, ci vediamo di là! Ti abbraccio.
RispondiEliminaA che servono parole altre?
RispondiEliminaCom'è bella, Titti, com'è bella...
dice chi mi precede.
Aggiungo solo: quanto è intensa!
Un abbraccio grandissimo
eran