Non
servirà indugiare in queste scarpe
da
cabaret, sulle tavole sconnesse
di
vecchi sbagli
né
circuire l'oscurità arrogante
che
ricompone ossa e stelle
nell'incavo
dei gomiti e desideri
insolenti
fra le ginocchia.
I
suoni si perdono nell'afonia
monocorde
del lamento
(...
cantava il ragazzo della barca
che
succhiava la vita alle conchiglie...)
e
una fiamma sottile di candela, al buio
squarcia
gli occhi come un sole
(...davamo
biada e briglia ai cavalli
e
pianure aperte e vento alle criniere...)
Un
dolore aspro, adesso, selvatico
come
erba sdegnata dalle capre.
.
.
La
pace della mente ha passo lungo
e
le scarpe hanno suole consumate.
A piedi nudi inseguiremo comete
A piedi nudi inseguiremo comete
in
questo autunno migratore
e
apriremo le ali all'orizzonte
di
un cielo largo
che
non dà risposte.
11
novembre 2006
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